Il 25 maggio 2023 ho avuto la fortuna e l’onore di coadiuvare l’amministrazione comunale nella costruzione del primissimo evento sulla Giustizia Riparativa sul territorio pesarese. Un evento che ha segnato l’inizio di un percorso che possa portare all’insediamento di esperienze giustizia riparativa.
Se prima poteva essere un impegno ora è anche un dovere, in risposta alla legge delega n.134 del 2021 prima, e al decreto legislativo n.150 del 2022, ovvero alla c.d. riforma Cartabia.
Ma che cos’è la giustizia riparativa?
In letteratura si indica nel cosiddetto esperimento di Kitchener la nascita della giustizia riparativa moderna. Kitchener è una cittadina dell’Ontario ai confini tra il Canada e gli Stati Uniti dove all’inizio degli anni ‘70 due educatori,Mark Yantzi e Dean E. Peachey, proposero al giudice che aveva condannato due ragazzini, responsabili di aver danneggiato diverse abitazioni lungo la via centrale del paese, un programma di probation diverso dal solito. Ai due operatori venne in mente di sostituire il consueto modulo a base di studio, attività ricreative e qualche colloquio a sfondo psicologico, con un serio programma di incontri tra i due giovani e le famiglie colpite dai danneggiamenti e un chiaro impegno risarcitorio da garantire attraverso il lavoro. Questo metodo, identificato inizialmente con la mediazione, si è propagato negli anni ‘70 in Nordamerica, in Australia e in Nuova Zelanda, e grazie a questo esperimento nell’area anglosassone si diffuse e anche rapidamente, la sigla VOM per indicare la mediation tra victim e offender.
A livello di Nazione Unite si inizia a parlare di giustizia riparativa intorno alla metà degli anni 80, quando emerge la necessità di porre maggiore attenzione alle vittime nel processo penale. L’Unione Europea si mosse attraverso testi di legge destinati principalmente alla giustizia penale minorile. Questo processo di “normazione” viene consacrato con l’approvazione della Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 19 del 99 del Comitato dei ministri degli Stati membri concernente la mediazione in materia penale. Sempre a livello europeo, è di assoluta importanza la direttiva europea n. 29 del 2012 che sancisce le linee guida della giustizia riparativa anche nel contesto degli adulti.
La Giustizia Riparativa è un percorso parallelo e non sostitutivo della giustizia ordinaria che permette di mettere al centro la persona, di accogliere le storie all’interno del sistema giustizia. In particolare, si tratta di una nuova forma di giustizia definita anche mite, a beneficio delle vittime e ma anche per la società intera, che può ricostruire i legami sociali distrutti dal crimine. Permette di trasformare la qualità dell’orizzonte delle nostre relazioni, dando un posto centrale alle vittime, sanando ferite che potrebbero divenire dissidi irreparabili e accompagnando l’autore del reato verso un percorso di responsabilizzazione e riparazione. Lo strumento più alto di questo paradigma è rappresentato dalla mediazione penale, cioè quando vittima e reo si incontrano nella ricerca di strategie utili ed efficaci per fronteggiare i bisogni e le richieste che emergono dall’evento reato. Ma ci sono anche altri strumenti spendibili, come la lettera di scuse formali, Community (family) Group Conferencing ecc.
In conclusione, la giustizia riparativa può rappresentare uno strumento concreto e tangibile da implementare al sistema di giustizia ordinario italiano, ormai traballante su più aspetti e che non può più aspettare di essere rinnovato.
Leggi l’articolo sul sito ristretti.org: https://ristretti.org/pesaro-la-giustizia-riparativa-giovedi-lincontro-con-lex-detenuto-lorenzo-s